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Decreto siccità: ecco cosa prevede, dagli interventi al commissario

Dalla raccolta e l’utilizzo di acqua piovana, alla depurazione delle acque reflue, agli impianti di desalinizzazione, fino ai poteri del commissario nazionale

Un piano per gestire l’emergenza-siccità, che passa attraverso l’avvio di una serie di interventi infrastrutturali sui sistemi idrici. È quanto prevede il Governo con il cosiddetto “decreto siccità”, approvato di recente dal Consiglio dei Ministri.

Il decreto-legge contiene un piano che punta ad affrontare il problema in diversi aspetti: dalla raccolta e utilizzo di acqua piovana, alla depurazione delle acque reflue, agli impianti di desalinizzazione. Il testo prevede così la possibilità di realizzare liberamente vasche di raccolta di acque meteoriche per uso agricolo entro un volume massimo stabilito, ma anche il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo.

Tra gli strumenti anche la possibilità di ricorrere alla desalinizzazione dell’acqua marina con l’introduzione di notevoli semplificazioni nella realizzazione degli impianti. Inoltre, insieme all’aumento dei volumi utili degli invasi, è previsto un regime semplificato per le procedure di progettazione e realizzazione delle infrastrutture idriche che rinvia al modello PNRR.

La cabina di regia

Per facilitare l’avvio delle opere, il Consiglio dei Ministri ha poi delineato una cabina di regia, alla quale è affidato il compito di effettuare entro 30 giorni una ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione per far fronte, nel breve termine, alla crisi idrica. Quest’ultima è la struttura specifica che sarà nominata e che resterà in carica fino a fine anno, con possibilità di proroga fino al 31 dicembre 2024.

Sarà il commissario a realizzare prima di tutto, in via d’urgenza, gli interventi indicati dalla cabina di regia. Nel caso di ritardi o di altre criticità nella realizzazione di singoli interventi infrastrutturali del settore idrico, è comunque già previsto che la cabina di regia possa attivare procedure volte a superare i ritardi o le criticità emerse, compresa la nomina di singoli commissari ad acta.

I poteri del commissario 

Al commissario nazionale saranno in ogni caso affidate anche ulteriori funzioni. Tra queste, la regolazione dei volumi e delle portate degli invasi, la verifica e il coordinamento dell’adozione, da parte delle Regioni, delle misure previste per razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi, la verifica e il monitoraggio dell’iter autorizzativo dei progetti di gestione degli invasi finalizzati alle operazioni di sghiaiamento e sfangamento.

Ancora, l’individuazione delle dighe per le quali risulta necessaria e urgente l’adozione di interventi per la rimozione dei sedimenti accumulati nei serbatoi e la ricognizione degli invasi fuori esercizio temporaneo da finanziare nell’ambito delle risorse del “Fondo per il miglioramento della sicurezza e la gestione degli invasi”.

A cura di www.e-gazette.it