Acqua, la spesa media è di 312 euro all’anno. Si spende meno al Nord

Il dato proviene dalla relazione annuale di Arera nel capitolo dedicato al sistema idrico. Cresce il water service divide

La spesa media annua sostenuta da un’utenza domestica tipo ammonta a 312 €/anno a livello nazionale (2,08 €/m3), con un valore più contenuto nel Nord-Ovest (244 €/anno; 1,62 €/m3) e più elevato nel Centro (389 €/anno; 2,59 €/m3), area quest’ultima in cui i soggetti competenti hanno programmato, per il periodo 2016-2019, una maggiore spesa pro capite per investimenti da finanziare attraverso tariffa.  È quanto emerge dai dati contenuti nella Relazione annuale di Arera nella parte dedicata al sistema idrico.

Questa spesa, apprendiamo, è composta, in media, da corrispettivi del servizio acquedotto per il 40%, dei servizi di fognatura e depurazione per il 12% e il 29%, dalla quota fissa per il 10% e da imposte (IVA) per il 9%. Per quanto riguarda uno dei principali indicatori della qualità tecnica, quello delle “Perdite idriche”, nel 2016 si registrava un valore (calcolato rapportando le perdite totali alla lunghezza della rete) pari a 24 m3/km/giorno, nonché un valore medio di partenza delle perdite idriche percentuali (calcolato rapportando le perdite totali al volume complessivo in ingresso nel sistema di acquedotto) pari al 43,7%. Si rilevano valori di perdite di circa il 76,6% della popolazione residente italiana (46,5 milioni di abitanti).

Più contenuti al Nord e valori medi più elevati al Centro e nel Sud e Isole, area quest’ultima dove circa la metà della risorsa idrica immessa nei sistemi di acquedotto viene dispersa. Si conferma ancora l’esistenza, nel Paese, di un water service divide, con valori dei parametri tecnici che tendono generalmente a rappresentare situazioni di maggiore criticità in corrispondenza dell’area Sud e Isole. La distribuzione del fabbisogno di investimenti (al lordo dei contributi) a livello nazionale evidenzia la concentrazione degli sforzi dei gestori nel contenimento del livello di perdite idriche, che risulta obiettivo prioritario nelle scelte di pianificazione degli Enti di governo dell’ambito.

Complessivamente le risorse destinate agli interventi per il suo miglioramento costituiscono circa un quarto del fabbisogno totale del campione per il biennio 2018-2019, con punte del 32% nel Sud e nelle Isole. Seguono gli investimenti per il miglioramento della qualità dell’acqua depurata e per l’adeguamento del sistema fognario, (in particolare nell’ottica di minimizzare gli allagamenti e sversamenti da fognatura), che si attestano rispettivamente al 19,6% e al 14,1%. Con riferimento alle singole attività del servizio idrico integrato, il fabbisogno nazionale è sostanzialmente equamente distribuito tra obiettivi della fase di acquedotto (42,5%) e obiettivi delle fasi di raccolta e trattamento (46,2%), questi ultimi rivolti, in particolare, a risolvere o prevenire infrazioni rispetto alle Direttive europee.

A cura di www.e-gazette.it